martedì 28 ottobre 2014

Sinossi



Questo lavoro è nato per dare una risposta ad un amico statunitense che si era imbattuto nel nome di Fausto Socini mentre si occupava delle origini della carta di indipendenza degli Stati Uniti. Per rispondere alle sue curiosità, nel 2008 ho iniziato questa ricerca, cercando da un lato il legame con la rivoluzione Americana e dall'altro ogni aneddoto che fosse di interesse per un pubblico di non specialisti.
Il testo inizia trattando la Riforme Protestante del 1517, chiarendo le sue origini e la diffusione appoggiata dai molti principi tedeschi che vi vedevano l'opportunintà di liberarsi dalle ingerenze del Papa. Per questa dipendenza politica Lutero non si spinse mai fino a mettere in dubbio lo status quo della società dell'epoca. A farlo però ci pensò un variegato movimento detto della Riforma Radicale, che desiderava una società ispirata alle prime comunità cristiane, fortemente egalitaria, pacifista e tollerante. Questo movimento dai caratteri anarchici, fu duramente perseguitato sia da Cattolici che da Protestanti. Tra i principali teorici della Riforma Radicale si trovano molti italiani e tra di loro quello che ha avuto fama più longeva è stato appunto Fausto Socini.
Socini nacque a Siena da una illustre famiglia di giuristi senesi, colti, influenti e in odore di eresia. La dimora di Scopeto fu considerata dalla Inquisizione un pericoloso centro ereticale e fu per questo perquisita in più occasioni. Diversi membri della famiglia furono lì catturati e processati.
Fausto però in quegli anni non si interessava di religione, svolgeva piuttosto una vita mondana. Poco dedito agli studi, preferiva il teatro, la poesia e le galanterie della buona società.
Fu segretario alla corte dei Medici fino a quando non decise di lasciare l'Italia per vivere in maniera finalmente libera le sue convinzioni religiose.
Si rifugiò in Svizzera dove fu al centro di alcune dispute religiose che gli diedero presto una certa fama.
In seguito si trasferì, come molti altri dissidenti italiani, in Polonia, terra dove era consentita la più ampia tolleranza religiosa dell'epoca. Qui convivevano molti filoni della Riforma Radicale, tutti in contrasto tra di loro, senza un credo comune, attaccati da più parti. Socini divenne il loro leader, rappresentandoli nelle dispute contro Calvinisti e Gesuiti e riuscendo ad armonizzare le varie tendenze del movimento.
Dopo la sua morte i suoi scritti si diffusero in gran parte di Europa, dando vita ad un movimento detto appunto Sociniano. I testi sociniani, per l'approccio razionale e la difesa della tolleranza che propugnavano, sono considerati l'hummus su cui fiorì in seguito l'Illuminismo e di riflesso la rivoluzione Americana.
Il Socinianesimo raggiunse l'apice della sua diffusione nel Regno Unito dell'Ottocento e per questo nella prima metà del XIX secolo Scopeto divenne meta di un turismo sociniano d'oltremanica, di cui si trovano varie testimonianze nei resoconti di viaggio.
In particolare viene ricostruita la storia del viaggiatore William Williams che riportò da Scopeto in patria un curioso souvenir ora conservato ad Oxford, unico testimone di un ritratto di Socini di cui oggi si è persa ogni traccia.

Le storie della scatoletta e del ritratto, si intrecciano con quella di alcuni dei principali esponenti delle chiese protestanti in Italia di inizio '900 come anche di esponenti liberali del periodo post-risorgimentale senese, come Luciano Banchi ed il fotografo Paolo Lombardi. Quest'ultimi sono i fautori dell'unico monumento presente a Siena dedicato a Fausto e Lelio Socini, del quale si ricostruiscono nel testo le vicende in dettaglio.  

Nessun commento:

Posta un commento