Questo lavoro è nato per
dare una risposta ad un amico statunitense che si era imbattuto nel
nome di Fausto Socini mentre si occupava delle origini della carta di
indipendenza degli Stati Uniti. Per rispondere alle sue curiosità,
nel 2008 ho iniziato questa ricerca, cercando da un lato il legame
con la rivoluzione Americana e dall'altro ogni aneddoto che fosse di
interesse per un pubblico di non specialisti.
Il testo inizia trattando
la Riforme Protestante del 1517, chiarendo le sue origini e la
diffusione appoggiata dai molti principi tedeschi che vi vedevano
l'opportunintà di liberarsi dalle ingerenze del Papa. Per questa
dipendenza politica Lutero non si spinse mai fino a mettere in dubbio
lo status quo della società dell'epoca. A farlo però ci pensò un
variegato movimento detto della Riforma Radicale, che desiderava una
società ispirata alle prime comunità cristiane, fortemente
egalitaria, pacifista e tollerante. Questo movimento dai caratteri
anarchici, fu duramente perseguitato sia da Cattolici che da
Protestanti. Tra i principali teorici della Riforma Radicale si
trovano molti italiani e tra di loro quello che ha avuto fama più
longeva è stato appunto Fausto Socini.
Socini nacque a Siena da
una illustre famiglia di giuristi senesi, colti, influenti e in odore
di eresia. La dimora di Scopeto fu considerata dalla Inquisizione un
pericoloso centro ereticale e fu per questo perquisita in più
occasioni. Diversi membri della famiglia furono lì catturati e
processati.
Fausto però in quegli
anni non si interessava di religione, svolgeva piuttosto una vita
mondana. Poco dedito agli studi, preferiva il teatro, la poesia e le
galanterie della buona società.
Fu segretario alla corte
dei Medici fino a quando non decise di lasciare l'Italia per vivere
in maniera finalmente libera le sue convinzioni religiose.
Si rifugiò in Svizzera
dove fu al centro di alcune dispute religiose che gli diedero presto
una certa fama.
In seguito si trasferì,
come molti altri dissidenti italiani, in Polonia, terra dove era
consentita la più ampia tolleranza religiosa dell'epoca. Qui
convivevano molti filoni della Riforma Radicale, tutti in contrasto
tra di loro, senza un credo comune, attaccati da più parti. Socini
divenne il loro leader, rappresentandoli nelle dispute contro
Calvinisti e Gesuiti e riuscendo ad armonizzare le varie tendenze del
movimento.
Dopo la sua morte i suoi
scritti si diffusero in gran parte di Europa, dando vita ad un
movimento detto appunto Sociniano. I testi sociniani, per l'approccio
razionale e la difesa della tolleranza che propugnavano, sono
considerati l'hummus su cui fiorì in seguito l'Illuminismo e di
riflesso la rivoluzione Americana.
Il Socinianesimo
raggiunse l'apice della sua diffusione nel Regno Unito dell'Ottocento
e per questo nella prima metà del XIX secolo Scopeto divenne meta di
un turismo sociniano d'oltremanica, di cui si trovano varie
testimonianze nei resoconti di viaggio.
In particolare viene
ricostruita la storia del viaggiatore William Williams che riportò
da Scopeto in patria un curioso souvenir ora conservato ad Oxford,
unico testimone di un ritratto di Socini di cui oggi si è persa ogni
traccia.
Le storie della
scatoletta e del ritratto, si intrecciano con quella di alcuni dei
principali esponenti delle chiese protestanti in Italia di inizio
'900 come anche di esponenti liberali del periodo post-risorgimentale
senese, come Luciano Banchi ed il fotografo Paolo Lombardi.
Quest'ultimi sono i fautori dell'unico monumento presente a Siena
dedicato a Fausto e Lelio Socini, del quale si ricostruiscono nel
testo le vicende in dettaglio.
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